Ritardo mentale
L’espressione “Ritardo Mentale” sottolinea che lo sviluppo di quel bambino è caratterizzato dall’essere più lento di quello tipico.
Si tratta di un deficit dello sviluppo cognitivo e socio-relazionale. Viene definito dalla compresenza di un quoziente intellettivo inferiore a 70 e due o più problemi adattativi insorti entro i 18 anni di età.
Si distinguono vari livelli:
- ritardo lieve che è difficilmente evidenziabile nei primi anni di vita e solitamente viene evidenziato all’inserimento scolastico;
- ritardo moderato che ha un eziologia organica e si rimane ad un’età mentale infantile pur acquisendo via via una relativa autonomia nei luoghi familiari adattandosi discretamente alla vita nel contesto sociale;
- Il ritardo mentale grave ha origine organica e l’età mentale dell’individuo si ferma ai 4/6 anni.
Se opportunamente supportato anche attraverso una psicoterapia adeguata, il bambino può acquisire una competenza basilare della cura di sé e le capacità di svolgere attività lavorative molto semplici in ambienti protetti e in presenza di personale specializzato.
- Nel ritardo mentale gravissimo, invece, non si è in grado di svolgere le principali funzioni della vita quotidiana.
La vita di relazione è per lo più ridotta, così come il linguaggio per lo più assente o fortemente compromesso con non più di 10/20 parole comprensibili con difficoltà.
In ogni caso un terapia psicologica riduce i conflitti interni causati dalle aspettative che provarono ansia e rabbia, aiutando e sostenendo per poter essere liberamente se stesso.