Infertilità, aborto, fecondazione assistita
Si parla di infertilità della coppia quando questa non riesce a procedere dopo 12-24 mesi di rapporti potenzialmente fecondi. Si parla, invece, di aborto spontaneo in riferimento all’interruzione spontanea dell’attesa che si verifica prima del sesto mese (180 giorni di gestazione).
Possiamo trovarci davanti a difficoltà organiche o davanti ad una situazione che non evidenzia nessuna causa fisica-oggettiva a cui imputare tali eventi. In ogni caso, può essere utile uno spazio psicologico; anche laddove, infatti, la componente genetica è assente, possono esserci componenti psicologiche individuali o di coppia, che bloccano.
Inoltre non di rado, in situazioni così difficili da gestire, si fa fatica ad esprimere le proprie emozioni, i propri pensieri e ci si chiude, in modo difensivo, nel silenzio. A livello di coppia la crisi di infertilità può inficiare le sfere della comunicazione, dell’attività sessuale, dei progetti futuri e dare luogo a una condizione di conflitto e di isolamento sociale.
Al di là della condizione emotiva e relazionale precedente all’emergere del problema della procreazione, il suo insorgere può attivare conflitti individuali e di coppia. Anche se apparentemente, le tecniche di fecondazione assistita permettono di aggirare l’ostacolo della mancata fertilità per ottenere un concepimento. Tutto ciò non può essere trattato al pari di ogni altra difficoltà fisica, in quanto questa va a toccare l’essenza della femminilità e della mascolinità.
L’intrusività fisica e psicologica che accompagna questi trattamenti può mettere in discussione l’immagine di sé e dar luogo a squilibri emozionali, psicosessuali, di coppia ed individuali. Lo stress emozionale può creare un circolo vizioso coinvolgendo diversi piani esistenziali, sia dell’individuo che della coppia, dando luogo a vissuti di frustrazione, stress, senso di inadeguatezza e perdita, che di certo non aiutano.
La componente medica e quella psicologica non possono infatti essere separate, sia per ciò che riguarda la diagnosi che il trattamento. Molti clinici e ricercatori oggi, infatti, sollecitano ad un approccio olistico all’infertilità, in cui la consulenza psicologica rappresenta parte integrante del programma diagnostico-terapeutico.
Lo spazio psicologico va visto quindi sia come contenitore dell’ansia e della frustrazione della coppia che arriva all’attenzione medica, ma anche e soprattutto come strumento di diagnosi e mezzo di prevenzione.
Quindi lo spazio individuale ed eventualmente di coppia è opportuno per valutare e molto spesso concorre a sbloccare la situazione di tensione e ansia che interferiscono con la fertilità. Da non sottovalutare quindi l’idea di intraprendere una terapia psicologica che possa accogliere, sostenere ed aiutare sia ad affrontare i trattamenti e il loro eventuale fallimento sia a sboccare tutti quei nodi psichici che possono concorrere alla realizzazione di tale progetto.
È consigliabile un percorso individuale per aver modo di affrontare il proprio vissuto personalmente ed un eventuale spazio condiviso di coppia per confrontarsi e ri-equilibrarsi a seguito degli eventi vissuti.
Il Sandplay, ad esempio, può essere un utile strumento per far affiorare anche ciò che difficilmente può essere espresso a parole.