Il sonno del bambino e neonato “viziato”

Il sonno del bambino e neonato “viziato”

La nascita di un figlio mette a dura prova il proprio sonno, molti non si aspettano questo stravolgimento notturno a cui è impossibile sottrarsi, va attraversato.

Ricevo spesso telefonate di mamme disperate che hanno tentato con quelle che si fanno chiamare le “fate del sonno” ma dopo poco si ritrovano con difficoltà ben peggiori da affrontare.

Dottoressa mi può aiutare? Mio marito deve dormire perché deve andare al lavoro ed io non ce la faccio più, mio figlio ha disturbi del sonno!

Abbiamo chiamato la fata del sonno quando era piccolissimo, anche se quando lo lasciava piangere tenendo solo la mano su di lui, dovevo tapparmi le orecchie, perché le sue urla mi facevano star male..! …ora ha 5 anni ed abbiamo ancora difficoltà,  vuole stare sempre con noi..”.

Questo è un dei tanti esempi di telefonate che ricevo spessissimo; è inutile gettar via i propri soldi con chi promette di far dormire vostro figlio o figlia tutta la notte! Perché? Perché i bisogni fisiologici del neonato hanno ritmi diversi rispetto a quelli dei genitori e per scopi di lucro viene trascurato tutto l’aspetto affettivo e la parte delle relazioni primarie.

Certo è durissimo affrontare tutte le notti, i risvegli dei propri cuccioli ed essere poi anche vigili e attenti il giorno seguente, è innegabile, ma fortunatamente è solo una fase. Proviamo ad ipotizzare cosa vuole comunicarvi il vostro bimbo attraverso il pianto notturno? Molto spesso sta dicendo questo: “non lasciarmi solo, ti prego, coccolami, tienimi accanto a te, perché solo così mi sento al sicuro; ho voglia di essere consolato, allattato di stare accanto a te, sentire il tuo odore, questo mi rassicura e mi aiuta a dormire serenamente!”.

Purtroppo viviamo in una società che ci chiede di essere subito pronte, scattanti e al passo con i ritmi frenetici che impone; l’allattamento viene molto spesso infatti vissuto come d’intralcio e non come un alleato, quale è, essendo esso correlato sia al sonno del bimbo che dell’adulto.

In generale il sonno è caratterizzato da una ciclicità, da vari stadi che si ripetono più volte.

Questo viene da Rechtsschaffeen e Kales (1968- A Manual of Standardized Terminology, Techniques and Scoring System for Sleep of Human Subjects)  classificato in  5 stadi: 4 stadi NON REM che si contraddistinguono in base al grado di profondità (1-2-3-4) ed 1 REM.

Tali stadi variano dalla nascita all’età adulta; alla nascita infatti il sonno REM e NON REM sono quasi sovrapponibili, ma poi la fase REM decresce; solo verso i 3/5 anni si struttura attraverso il fisiologico processo maturativo, la possibilità di avere un sonno continuativo. Tutti i risvegli tanto odiati dai genitori sono necessari ad acquisire ritmi di crescita fisiologica, è così che si allenano le proprie cellule nervose.

Certamente vanno valutati anche casi (tra 1-3 anni) che possono essere collegati ad aspetti psicologici.

E’ stato scoperto che la produzione di prolattina, che avviene attraverso l’allattamento al seno, induce la fase REM. L’allattamento al seno aiuta la sincronizzazione del sonno della mamma con quello del proprio bimbo; inoltre il dormire vicini aiuta: entrambi dormono meglio.

La fase REM  (Rapid Eye Movements)  fase in cui come ci dice il nome inglese, sono presenti movimenti oculari sotto le palpebre, è la fase in cui sogniamo, in cui il corpo ha più ossigeno e c’è un maggior afflusso di sangue al cervello. Respiro e battito cardiaco sono irregolari, è presente ipotonia della testa e del collo; in questa fase ci si può svegliare facilmente. E’ lo stadio con maggiore necessità per la crescita del cervello. Tale fase è già presente infatti nella vita fetale e si stabilizza intorno ai 3-5 anni in corrispondenza con il ritmo di crescita dei neuroni.

La fase NON REM chiamata anche “sonno lento” è quella che ci fa riposare di più e dove respiro e battito cardiaco sono regolari e il corpo è rilassato. Gli stadi 3 e 4 sono quelli in cui è più difficile svegliarsi, di sonno profondo, ma è importante sapere che questi si stabilizzano intorno ai 3 mesi; è per questo che prima il bimbo può svegliarsi con molta facilità.

Dormire insieme può aiutare a sincronizzare i ritmi con quelli materni, entrambi vi sveglierete in una fase che non limita il rispettivo necessario recupero fisiologico; questo non significa necessariamente stare nello stesso letto (per il sonno condiviso infatti, vanno adottate alcune precauzioni), ci sono altre possibilità come ad esempio il cosleeping.

Spero che questo piccolo accenno di nozioni di fisiologia possa essere utile a quei genitori che hanno difficoltà ad accettare i risvegli dei loro piccoli; è innegabile che sia dura, ma con dei piccoli accorgimenti, conoscendo l’importanza delle varie fasi del sonno è forse, più semplice accettare e gestire questo momento che, va sempre ricordato, è comunque passeggero.

Lasciare vostro figlio piangere in solitudine magari anche al buio nella speranza che possa capire, imparare e così dormire tutta la notte, significa creare ansia in lui e negargli un bisogno di contatto necessario quanto il cibo che gli preparate e l’aria che respira, serve alla crescita e all’autonomia, al contrario di quanto la credenza popolare dica, non significa affatto viziare!

Per riassumere i punti chiave potremmo dire:

  • Il sonno dei neonati ha cicli più brevi rispetto a quelli degli adulti che hanno, a differenza del neonato, imparato a gestire il breve risveglio alla fine di ogni ciclo
  • Fino ai 3-4 anni i risvegli sono normalissimi e servono per il sistema nervoso
  • E’ importante rispettare i tempi del proprio bimbo solo così apprenderà con più facilità e velocità il ritmo sonno-veglia e senza traumi
  • Se non facciamo dormire il bimbo di giorno non significa che dormirà di più di notte, anzi
  • Non rispondere al pianto e quindi al disagio che attraverso esso sta esprimendo, insegna che se c’è una difficoltà non può trovare un conforto nei propri genitori, perde così fiducia in voi
  • Tanto più riceveranno conforto tanto più svilupperanno un attaccamento sicuro e diventeranno adulti più sicuri ed indipendenti

Quindi:

sarà un po’ dura, ma cercate di vivervi questo momento tralasciando tutto quel che si può, dormendo quando dorme il vostro piccolo, godetevi il vostro cucciolo, ne raccoglierete i frutti dopo! Non lo state viziando, lo state ascoltando!